Nella riunione tenutasi oggi con la dirigenza Coop non è stata data alcuna garanzia sul futuro, una delle poche certezze è l’interesse di Unicoop Firenze ad acquisire punti vendita di Unicoop Tirreno

Nella giornata di oggi, a Roma, la delegazione Cobas del Lavoro Privato ha incontrato la dirigenza di Unicoop Tirreno, rappresentata dalla Presidente e dal Dg.
Abbiamo atteso e ascoltato con attenzione il discorso della Presidente e del dott.Tarozzi, convinti che avrebbero spiegato nel dettaglio il piano industriale e le condizioni della fusione con Coop Centro Italia, decisione, che ricordiamo, era stata smentita mesi addietro, dopo alcune indiscrezioni e invece oggi curiosamente corrisponde alla realtà.
Ci siamo trovati, nostro malgrado di fronte ad un’introduzione lunghissima sulle motivazioni e sui lavori utili al documento, senza alcun approfondimento dettagliato del piano industriale. Non è stata comunicata la scaletta temporale degli impegni né tantomeno il tempo di raggiungimento di ciascun obiettivo.
Solo sulla fusione, c’è stata più precisione sulle tempistiche, solo perché obbligatoriamente definite.
L’azienda ritiene di dover investire e puntare sul territorio romano, mantenendo e potenziando la rete vendita scongiurando così i presagi di cessione. Saranno necessari inoltre grandi investimenti per migliorare le performance dei negozi e recuperare la fedeltà di soci e clienti su tutto il territorio.
Tutto ha un costo e finanziamenti arriveranno dal mondo Coop e da Unicoop Firenze.
Su nostra sollecitazione, abbiamo la conferma del mantenimento della sede di Vignale e del Magazzino nonché del centro di distribuzione, oggi gestito da Coop centro Italia di Castiglion del Lago e limitrofi. Non sappiamo invece la sorte della sede di Coop Centro Italia.
Ovviamente a seguito della fusione dovrà essere gestita soprattutto per le sedi la concomitanza di figure professionali che svolgono lo stesso ruolo attualmente in due aziende diverse. L’unione delle gestioni suscita anche il fondato timore di vedere a rischio anni di iter di formazione professionale, che potrebbero arrestarsi bruscamente con la riorganizzazione o concretizzarsi in incarichi disponibili di più basso profilo.
Un’apertura è stata registrata sul turnover, che meriterà un approfondimento quando andremo a discutere i dettagli della fusione.
Oggi usciamo dalla riunione senza alcuna certezza né garanzia per i lavoratori e per i loro diritti, nel fumo generale da parte della cooperativa, abbiamo capito bene l’intenzione di Unicoop Firenze di acquisire i negozi di Unicoop Tirreno mettendo a rischio ancora di più un’ azienda in difficoltà.
Rimaniamo perplessi di come la Sorella non abbia aiutato a salvare i punti vendita della Campania, abbia abbandonato Roma, ma sia molto interessata agli altri. Quelli toscani ovviamente, forse da riunire con quelli già acquisiti in precedenza da Coop centro Italia sotto la srl Terre di Mezzo?

Non accetteremo la creazione dell’ennesima bad company, come già fatto con Terre di mezzo, l’etica cooperativa svenduta in una srl senza capitale ma con i lavoratori, chiudibile o cedibile in qualsiasi momento e senza responsabilità.
Inizieremo, fin da subito, le assemblee e i presidi in tutti i punti vendita, non facciamo un passo indietro, Unicoop – Tirreno o Etruria – dovrà garantire non solo i diritti attuali dei lavoratori Coop, ma migliorare tutti quelli di coloro che lavorano nella cooperativa, ma sono precari, assunti con agenzie interinali o addirittura in appalti di discutibile gestione.
Suggerimento per una semplice applicazione dell’etica cooperativa

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