Casse automatiche, riconoscimenti facciali e tecnologia varia devono essere utilizzati per ridurre orario di lavoro e rischi per i lavoratori senza toccare lo stipendio
 
 
Uno dei settori che più vede l’aumento di tecnologia e automatismi è il Commercio, inteso non solo come vendita di prodotti, ma anche come anello finale della catena del valore (agricoltura, logistica, commercio) in grado di condizionarla tutta.
 
Sono ormai diffuse in tutta Italia le casse automatiche nei centri commerciali che, ad oggi, ancora, affiancano le file di cassieri in carne e ossa. Nella maggior parte dei casi, si ritira una pistola laser all’ingresso, si registrano tutti i prodotti che si vuole acquistare e all’uscita si paga, in cassa automatica ovviamente.
 
La sperimentazione di sistemi completamente digitali, legati al riconoscimento facciale erano, fino ad ora, di appannaggio americano, oggi leggiamo di varie aperture prossime anche in Italia.
Verranno messi in azione sistemi di ripresa che registrano le merci scelte, tenendo conto anche dell’indecisione del cliente. Quest’ultimo esce, con tutti i suoi acquisti e il conto viene addebitato automaticamente su carta di credito.
Gli acquisti on line fanno ormai parte del background del commercio, un click e si attende il fattorino che può arrivare anche in poche ore.
 
In cinque anni, a livello internazionale, i sistemi automatici hanno portato alla perdita di 5 milioni di posti di lavoro.
 
Se è vero che molti clienti puntano alla velocità del servizio, una buona parte rimane esclusa dal potere utilizzare queste tecnologie.
Sistemi informatici e automatici, infatti, prevedono un pagamento con carta di credito o paypal, mentre le fasce più povere della popolazione, normalmente, possono pagare unicamente in contanti.
 
Prima di introdurre, in modo esclusivo, sistemi automatici l’intero sistema produttivo deve evolversi, così da fornire risposte soddisfacenti a tutti gli attori: lavoratori e consumatori.
Progressivamente, scomparirà la figura del commesso, due su tre perderanno il loro posto, rimarrà invece lo scaffalista o l’addetto all’ortofrutta. Rimangono le mansioni a maggior fatica fisica a scapito di quelle a minor fatica, cioè proprio quelle più esposte a rischio. Le patologie che colpiscono la schiena e gli arti superiori, per esempio sono le più diffuse nel settore, dovute ad una movimentazione manuale dei carichi errata. I lavoratori sono costretti a sollevare colli troppo pesanti per un solo addetto, con una velocità e ripetitività che non consente le giuste precauzioni in fatto di postura.
 
Oggi, assistiamo al paradosso di un automatismo che, invece di agevolare i dipendenti, aumenta il carico e i tempi di lavoro, deregolamentando l’orario.
 
Perchè il progresso possa essere definito tale, e non l’ennesima facciata dello sfruttamento, deve diminuire le ore di lavoro a parità di salario, con lo scopo ultimo di una società basata sullo sviluppo cognitivo delle persone, libere dai meccanismi di produzione e consumo.

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