Dopo decenni di malagestione, per incapacità o volontà, Unicoop Tirreno si fonde con Coop centro Italia
Sono finite le prese in giro, il prendere tempo, le sinergie condivise, è ormai ufficiale Unicoop Tirreno Si fonde, dicono per incorporazione, con Coop Centro Italia e nasce Unicoop Etruria società cooperativa.
Così dopo 20 anni di crisi, sacrifici, di insieme ce la faremo, ha vinto, come denunciavamo, la manifesta incapacità del gruppo dirigente storico, coloro che hanno aperto la strada ai manager super pagati e ai loro vassalli. Con i blasonati è iniziata l’era del “consumiamo tutto quel che c’è” pur di raggiungere bilanci in pareggio o in utile, non certo per risanare l’azienda, il cui declino appariva già da allora evidente, valutandone la gestione, ma per garantirsi premi di risultato a tanti zeri che si sono andati ad aggiungere a macchine, case e viaggi.
La bella vita pagata dalle casse Coop.
Poi se avanza qualcosa si fa beneficenza anche al club del Golf. Tutto sotto l’occhio benevolo della proprietà (così i manager di oggi definiscono i Soci) e della presidenza. Così ci troviamo a gennaio 2025 dove, consumato davvero tutto, non ci resta che tirare avanti alla meglio, pagare gli affitti degli immobili che una volta erano nostri e benedire la fusione.
Non ne fallisce una! Anche stavolta la sinergia si e rilevata fusione.
Così siccome” troppe risorse si sprecano nel ciclo produttivo” per risparmiare ci fondiamo.
Con chi ? Con una Cooperativa alla quale è già stata succhiata tutta la linfa vitale e trasferita ad una bella società a responsabilità limitata (Terre di mezzo). Un giochino molto semplice, i soldi entrano in Unicoop Firenze e i lavoratori invece restano alla società sconosciuta, non degni di fare parte della grande famiglia fiorentina. Uniamo le nostre miserie e facciamoci condurre in fondo al baratro. Tanto i 20 ore, i precari e i semplici addetti non sono nemmeno degni di essere informati.
La plebe al suo posto resti!
Tutti gli altri a banchettare a corte ( Principina, Borgo degli Olivi o alle terme).
Ci assale un dubbio: siamo sicuri che è sempre colpa degli “incapaci” di prima? Ne dubitiamo visto che sono usciti a tasche piene, troppo piene. Secondo noi la Presidente dovrebbe rivedere l’affermazione: “troppe risorse si sprecano nel nostro ambiente nel ciclo produttivo” con troppe risorse si sprecano nel ciclo IMPRODUTTIVO.
Così, come i vecchi incapaci fecero negli anni 2000, si incorpora quel poco che resta nel panorama cooperativo locale: un’azienda già masticata e sputata da un gigante. E si va avanti ad arrancare pareggi, a sperperare il denaro a non fare Cooperativa.
Abusando della retorica legata al mondo della Cooperazione, pensando che fosse sufficiente una giratina nei negozi e una stretta di mano negli uffici per definirsi cooperatori, la nuova dirigenza pretende di insegnare agli altri, come novelli messia, la “giusta via” per sopravvivere in un ambiente- e lo diciamo con cognizione di causa -che se non lo hai nel sangue, ti risputa da dove sei venuto, magari più ricco ma “disonorato” per sempre.
Infine per tranquillizzare la Presidente: non sta nel nostro dna sentirci conquistatori, siamo cooperatori in terra di nessuno e da tanto tempo subiamo noi il conquistatore di turno.
E così ci apprestiamo a preparare il battesimo di Unicoop Etruria, il risultato della fusione, che vedrà la luce a Giugno.
Nome non certo bene augurante considerati i trascorsi sul territorio toscano del Consorzio Etruria e della Banca Etruria, ma sono sottigliezze.
Approfondiremo la questione nei dettagli tecnici a Roma la prossima settimana, in una data comunicata il 23 di dicembre, quasi un mese prima e dopo mesi di richieste: la ridicola strategia per star tranquilli per le feste.
Difficile dargli fiducia.